lunedì 8 aprile 2013

10' GIORNO - GRAND CANYON

19 agosto 2011: il temporale della sera prima ha lasciato un cielo limpido e sgombro di nuvole, di buon auspicio per il viaggio che ci attende.
Visto che la colazione è compresa nel prezzo, la facciamo in hotel, e rimaniamo pienamente soddisfatti, sia per l'abbondanza che per la qualità. Alla fine siamo sazi e carichi, pronti per ripartire....prima però i ragazzi vogliono fare un tuffo in piscina, e così concediamo un'altra oretta al puro e doveroso relax, chi non scende in acqua si sdraia al sole su comodi lettini a bordo piscina.
Finalmente sfamati e rinfrescati partiamo, anche oggi ci attendono lunghe distanze, più di 340 km, per raggiungere il Grand Canyon e Williams, paese in cui dormiremo. Questo il nostro percorso.
Lungo la strada incontriamo piccoli e desolati paesi, raggruppamenti di roulotte o di vecchie baracche e strana gente che viaggia con la casa al seguito!



 
Entriamo nel parco da una delle entrate principali proveniente da sud, la Hwu 64S, le strade sono ampie e ben asfaltate, pensavamo di trovare molto più traffico, invece le auto in giro sono poche. Foto di rito davanti all'ingresso del parco.
 
 
 


Paghiamo l'ingresso,    20,00  dollari ad auto, e consegnando tutte le ricevute dei parchi visitati precedentemente ci viene rilasciato l' America The Bautiful Pass, il pass per l'ingresso a tutti i parchi americani...ecco proprio ora che abbiamo finito il nostro tour, vabbè la conserveremo come ricordo di questo viaggio. 

Nei pressi del Visitor Center la gente è più numerosa, e un ampio parcheggio ospita una grande quantità di autobus. Quì si possono trovare un bar in cui ristorarsi, una libreria in cui acquistare libri a tema sul parco, dei servizi igienici e un ufficio informazioni, inoltre da qui partono anche i bus che percorrono i tragitti guidati lungo il Grand Canyon.
Noi come di consuetudine preferiamo arrangiarci e dopo una breve sosta ci mettiamo in moto con l'intento di fermarci ai vari belvedere segnalati. 
Le misure del Grand Canyon sono impressionanti. Leggo sulla guida che questo canyon, eroso nel corsi dei secoli dalle acque del fiume Colorado, è lungo ben 277 miglia, ovvero quasi 445 km, largo al massimo 29 km, raggiunge una profondità di 1829 metri. Poichè nel corso dei millenni di anni trascorsi il canyon è stato ricoperto più volte da varie innondazioni, la sabbia che si trova ovunque nel Canyon è di origine marina. In virtù delle diverse altitudini, il Gran Canyon presenta ben cinque delle sette fasce climatiche, per questo è del tutto normale trovare cactus nelle sue gole e boschi di conifere verdi sulle sue cime, il tutto ovviamente garantisce un'enorme biodiversità .
Arriviamo in prossimità del primo belvedere segnalato e già dal finestrino dell'auto riusciamo a vedere alcuni scorci del Grand Canyon, a vederlo da quì sembrano enorme crepe nel terreno, come se in quel punto la terra fosse sprofondata.








 
Scendiamo a dare un'occhiata, e lo spettacolo che la natura offre ai nostri occhi è a dir poco mozzafiato. Una distesa infinita di rocce erose dal tempo e dal passaggio delle acque del fiume Colorado, una interminabile varietà di colori ravvivano le pareti rocciose del Canyon, l'occhio si perde in tutta questa meraviglia e non riesce a scorgerne i confini.
 




 
 
Ci mettiamo ordinatamente in fila assieme agli altri numerosi turisti per avvicinarci al belvedere, protetto da reti, che si affaccia su di uno strapiombo del canyon.
Guardare verso il basso da le vertigini, mi sento come catturata e attratta da qualche strana forza naturale che desidera attirarmi in profondità, è una sensazione che quasi mi spaventa, sarà forse la presenza così imponente della natura.


 
 
 
Notiamo che un po' più in là sulla nostra destra c'è un altro belvedere in cui altri turisti, protetti dalle recinzioni, godono della vista sul Canyon, e poi voltiamo lo sguardo a sinistra e notiamo dei pazzi!!!
Un gruppo di ragazzi per scattare delle foto si è spinto su degli speroni di roccia, avvicinandosi pericolosamente allo strapiombo, scherzando e assumendo pose poco sicure per la loro incolumità. Il solo guardarli mette i brividi ! Ogni anno qualche distratto turista finisce in fondo al canyon, è per questo che sono stati costruiti i tanti punti di osservazione protetti da barriere, certo la visione talvolta è un tantino ostacolata e limitata, ma la sicurezza vale più di qualsiasi bella foto, a mio avviso ovviamente.
 



 
Decidiamo di fare una passeggiata lungo uno dei tanti sentieri che costeggiano il canyon e quì facciamo conoscenza con un buffo e simpatico scoiattolo che si sofferma a mangiare pezzi di pane lanciati da altri turisti per poi scappare veloce sul ramo più alto di un albero per finire il suo pasto!
 
 
 
Ci concediamo ancora qualche momento di relax prima di risalire in auto, con un minaccioso cielo plumbeo sopra le nostre teste, diretti verso il nostro hotel.
In auto io e Marco ci scambiamo le nostre impressioni, il Grand Canyon non ci ha lasciato un ricordo tanto speciale quanto speravamo, forse eravamo partiti con troppe aspettative e alla fine ci ha un tantino deluso, forse non lo abbiamo visitato nel modo giusto e gli abbiamo concesso troppo poco tempo e non siamo riusciti a carpirne il suo lato più selvaggio e spettacolare. Certo è che io mi attendevo qualcosa di diverso, non so di preciso cosa e non so come spiegare bene questa mia sensazione, ma se devo trarre una conclusione direi che la visita al Grand Canyon è tra tutto quello che abbiamo visitato durante il nostro viaggio, ciò che più mi ha deluso e meno entusiasmato.
Con Marco decidiamo che in fondo è colpa nostra, siamo arrivati in questo posto impreparati, stanchi e senza un itinerario preciso....ci siamo praticamente buttati nel Grand Canyon, senza farci male ovviamente!!
Se a differenza qualcuno di voi vorrà programmare la visita in modo più ordinato e preciso sappiate che i modi per visitare questo spettacolo della natura sono vari: con un aereo leggero o un elicottero partendo da un aereoporto nelle vicinanze, ovviamente l'emozione e lo spettacolo è assicurato ma dovrete essere disposti a spendere un bel gruzzoletto. Facendo rafting lungo le acque del Colorado, per questo tipo di escursione bisogna prenotare con grande anticipo ed essere forse dei temerari e più propensi all'avventura, anche se deve essere un'esperienza indimenticabile. Infine scendendo a piedi lungo uno dei versanti fino ad arrivare in fondo al Canyon, certamente la soluzione più economica, anche se richiede una buona preparazione fisica a l'avere a disposizione due giorni interi da dedicare al Grand Canyon, cosa che noi non avevamo. Ovviamente il primo giorno serve per discendere ed accamparsi, il secondo per la faticosa risalita, impensabile compiere entrambe nello stesso giorno a meno che qualcuno di voi non sia un arrampicatore professionista!
Chi invece come noi ha a disposizione poco tempo si deve accontentare di passare da un belvedere all'altro con il rischio di portare a casa un ricordo meno intenso.
Sappiate comunque che a all'interno del parco, in prossimità del Visitor Center partono con intervalli regolari bus e pulman ecologici che vi permettono di fare il giro del Canyon e di visitare sicuramente i posti più belli e spettacolari molto spesso chiusi all'accesso delle automobili, ovviamente per motivi di business.
Lungo la strada del ritorno passiamo vicino al piccolo aereoporto del Grand Canyon, dove leggeri aeroplani e moderni elicotteri sono pronti a decollare per portare in volo i turisti, io con i nuvoloni neri carichi di pioggia e poco rassicuranti sopra le nostre teste non sarei salita per tutto l'oro del mondo!
 





















Dopo un'oretta circa di viaggio arriviamo a Williams, tranquilla cittadina dell'Arizona attraversata dalla famose Route 66.
Allogeremo al Motel 6 Williams West Grand-Canyon, posticino modesto ma pulito, con stanze piccole ma ben insonorizzate, e bagno in stanza, tutto il necessario per passare una notte.
Ci ritroviamo davanti all'hotel e partiamo in auto verso il centro di Williams alla ricerca di un posto in cui mangiare finalmente. La ragazza alla reception ci ha consigliato il Road's Steakhouse, proprio sulla Route 66 ed io non posso far a meno di lasciarvi l'indirizzo del loro sito perchè vale sicuramente la pena fare una cappatina.
Potrete parcheggiare comodamente la vostra auto nell'ampio parcheggio e una volta entrati nel locale, che vi accoglierà con un piccolo e stretto bancone del bar, verrete fatti accomodare su per una scala, non spaventatevi se all'ingresso l'ambiente è un tantino buio e rischiarato da intermittenti luci al neon, al piano superiore vi accoglierà un'accogliente sala con tanti tavoli su cui potrete sfamare il vostro appetito, il tutto in un'atmosfera un po' retrò e da vecchio film americano.
Il ristorante offre ai suoi clienti come benvenuto un'abbondante insalata con salsa allo yogurt e poi potrete scegliere fra una varietà di tipi di carne e di cottura, abbinati ad ottimi contorni. Noi abbiamo scelto una divina Steaks cut fresh daily ,  un'enorme bisteccona cotta al sangue con tanto di patate al forno e al cartoccio come contorno, ma ho visto i nostri amici mangiare avidamente anche il Filet Mignon,  un succulento filetto alla piastra. Per i bambini è previsto un menù baby con delle porzioni più contenute. Ovviamente non potevamo concludere la serata senza una fetta di Cheesacake. I prezzi forse non sono economici come in un fast food, ma per una sera è stato doveroso trattarsi bene e prima di uscire non dimenticate di portare con voi un biglietto da visita o una copia del menù dei bimbi stampato su una piccola mucca...ottimo come souvenir!
Foto da internet
 
 

 






 






















 


lunedì 25 febbraio 2013

UNA DOMENICA A VILLA QUARANTA PARK HOTEL

Qualche tempo fa, una cara coppia di nostri amici, che in procinto di veder nascere il loro primo figlio, non sono potuti venire al nostro matrimonio, ci hanno gentilmente regalato un voucher per l'entrata giornaliera al centro benessere del Villa Quaranta Park Hotel.
Ebbene finalmente siamo riusciti ad utilizzarlo... e vi dico che siamo stati veramente entusiasti e contenti di questo dono.
Siamo partiti di domenica, nel primo pomeriggio, poco dopo un leggero e salutare pranzo, giusto per restare in tema con il resto della giornata. Il paese di Pescantina dista da casa nostra quasi quaranta minuti d'auto.
Lasciamo l'auto nel curato parcheggio e seguiamo le indicazioni che ci conducono alla nuova area dedicata al centro termale, se volete potete anche entrare nella hall dell'hotel a quattro stelle per dare un'occhiata, noi ci siamo andati e siamo rimasti sorpresi nel scoprirla ricca ed elegante.
 
Veduta del complesso - foto dal web
 
Alla reception del centro benessere due gentili e sorridenti ragazze ci accolgono e si rendono subito a disposizione per soddisfare le nostre esigenze. Il voucher regalatoci prevedeva un entrata giornaliera per due alla zona piscine, la zona termale e la zona fitness...io purtroppo, per ovvi motivi di gravidanza, non posso usufruire della zona fitness e soprattuto della zona termale, e quindi corverto il tutto con un bel massaggio pensato proprio per le mamme in dolce attesa, mantenendo l'ingresso per le piscine.
Ci viene consegnato un kit comprensivo di accapatoio e telo di spugna, una specie di orologino che ci consente di vagare liberi tra le varie zone, e una chiave per una piccola cassetta di sicurezza, lasciando una piccola cauzione si può avere anche un lucchetto per gli armadietti degli spogliatoi.

Decidiamo di concerderci d'apprima un bagnetto in piscina, in attesa che arrivino le 15:00, ora in cui ho prenotato il mio massaggio...che non vedo l'ora di fare.
Qui 1000 mq sono destinati al mondo dell'acqua, divisi tra piscine interne ed esterne.
La zona è piacevolmente riscaldata, umida e avvolgente, i rumori attutiti dal sottofondo dell'acqua che sgorga. Al centro una grande piscina a forma di quadrifoglio, scegliamo questa per cominciare e scopriamo che ogni foglia ha i suoi segreti!
Ci dedichiamo al percorso con l'idromassaggio per accarezzare le piante dei nostri piedi, e le gambe, per poi passare ai getti d'acqua che lasciano piacevolmente cadere sulle spalle e sul collo una ristoratrice cascata e mentre io mi concedo una breve nuotatina tra le calde acque termali, naturalmente arrichite da sodio, cloro, calcio e magnesio, Marco si tuffa nella piscina da 25 metri per un po' di nuoto, quì l'acqua invece non è riscaldata!
Voglio provare anche la piccola piscina d'acqua salata con in lettini effervescenti, e mi lascio coccolare dalle mille bolle d'aria e dai colori della cromoterapia, chiudendo gli occhi godendo di questa tranquilla e rilassata beatitudine.
Piccola sosta per riprenderci sui comodi lettini in teak, avvolti nei nostri morbidi accapatoi.


Il grande quadrifoglio - foto dal web
 



Piscina con lettini effervescenti - foto dal web


 

 
L'area relax - foto dal web

 
Poi arrivano le 15:00, e mentre Marco entra nell'area delle saune termali io vengo fatta accomodare in una stanza accogliente e profumata del centro estetico, per il mio tanto desiderato massaggio.
Mi distendo pigramente su di un lettino, con un birichino materassino ad acqua che mi culla come se fossi alla deriva sulle onde del mare, ogni mio piccolo movimento corrisponde ad un'onda è una sensazione deliziosa.
La gentile e cordiale assistente mi invita a scegliere, tra una varietà di immagini, quella che più mi emoziona, io opto per un rovente tramonto in un luogo lontano, forse una savana....bene questa mia scelta corrisponde alla necessità di un totale relax! Mai verdetto fu più azzeccato.
Ovviamente essendo un percorso emozionale e sensoriale anche l'olfatto viene sollecitato, e così tra varie fraganze che mi vengono fatte annusare, alternate dal profumo intenso dei chicchi del caffè che servono a pulire l'olfatto, scelgo una fresca e avvolgente essenza agli agrumi, che non verrà mescolata all'olio per il massaggio, poichè essendo in dolce attesa è meglio evitare, ma spruzzata nell'aria durante tutta la durata del trattamento...una favola.
Poi le luci vengono abbassate ulteriormente e rimane solo la fiamma delle tante candele disposte ovunque e la luce soffusa di una lampada che cambia colore regolarmente, per regalare il beneficio della cromoterapia.
I cinquanta minuti passano lenti e dolcemente, mentre le mani esperte dell'assistente accarezzano il mio corpo con movimenti delicati e attenti, lievi sfioramenti, morbide carezze, impacchi con asciugamani caldi attorno al collo e sulle mani e piedi, mentre io vengo cullata dal molle materassino ad acqua, è una coccola infinita, una beatitudine unica, un regalo e un lusso che ogni tanto è bene concedersi.
Finito il tutto ringrazio per l'attenzione e la professionalità, i complimenti sono dovuti, e mentre la ragazza esce e mi saluta a bassa voce io rimango ancora un paio di minuti distesa, cercando di capire quali siano le sensazioni del mio corpo. Leggerezza, rilassamento e un senso di benessere che mi pervade, ecco quello che sento.




Raggiungo Marco, non prima di essermi sorseggiata con calma e tranquillità un tisana calda al tavolino di un piccolo salottino.
Lo trovo nella zona relax delle saune, contento e rilassato e mi faccio spiegare cosa mi sono persa.
L'umidità tipica del bagno turco, il caldo secco della sauna finlandese, le docce emozionali tra colori e temperature varie per risvegliare i sensi, il percorso kneipp per riattivare la circolazione, e la grotta di neve per tonificare il tutto....cavoli tutta queste cose!!
Ci accomodiamo pigramente sui lettini della zona relax, godendoci insieme un'altra tisana e chiaccherando un po', sottovoce per non disturbare.
Ci concediamo anche un riposino nella zona riservata ai lettini ad acqua, una stanza scarsamente illuminata in cui su una decina di giacigli sono rannichiati altri clienti, ne troviamo due di liberi e ci buttiamo sul comodo e dondoloso materasso ad acqua, che ci culla e ci porta direttamente nel mondo dei sogni!

 
                              
                                                                         Percorso kneipp - foto dal web      
                                                  
 


Lettini effervescenti - foto dal web


Usciamo dal centro che è già sera, con una gran fame e un beato senso di pace. Volendo si può consumare un leggero spuntino al bar ma noi optiamo per qualcosa di più sostanzioso e decidiamo di fermarci in qualche localino sulla strada del ritorno.
E' stata una domenica alternativa sicuramente, che ci ha rigenerato e ricaricato per affrontare al meglio la settimana che verrà, un pomeriggio di pace e di tranquillità in cui è stato bello farsi coccolare con un dolce massaggio, farsi cullare dalle onde delle acque termali e per Marco anche riattivare dai benefici vapori della zona termale....un grazie di cuore ai nostri cari amici, un regalo azzeccatissimo!

Vi lascio l'indirizzo web di Villa Quaranta Park Hotel, nel caso venisse anche a voi voglia di staccare la spina:

http://www.villaquaranta.com/
 
 

 

 


lunedì 14 gennaio 2013

9' GIORNO - MONUMENT VALLEY


18 agosto 2011. Oggi è un giorno emozianante, il giorno forse più importante di questo lungo viaggio, il giorno in cui entreremo in contatto con il vero far-west, il giorno della mitica e famosissima Monument Valley. 
Dovremmo percorrere circa 250 km, questo perchè per arrivare in hotel dovremo tornare in dietro in direzione di Kayenta, è stato proprio difficile trovare una sistemazione per tutti in questi posti, le strutture non sono così numerose. Questo il nostro percorso di oggi.
Come ogni mattina ci ritroviamo per la colazione, e mentre noi signore una volta finito usciamo a prendere una boccata d'aria con i ragazzi, gli uomini rimangono dentro per pagare il conto e in fila fanno conoscienza con una coppia di ragazzi italiani, i quali suggeriscono di non perderci la visione dell' Horseshoe Bend, il famoso ferro di cavallo del Colorado. Non era nei nostri programmi ma decidiamo di fare una piccola deviazione.
Prendiamo la AZ 98-E e nell'arco di una quarto d'ora arriviamo nei dintorni di Horseshoe, fate attenzione però, perchè la deviazione non è ben segnalata ma vi accorgerete di essere arrivati a destinazione dalle numerose auto pargheggiate.



Guardiamo le poche persone che già stanno tornando nella speranza di capire quanto lunga e faticosa sia la strada per arrivare al punto panoramico, le facce e le espressioni che vediamo dipinte sui loro volti non sono molto incorraggianti. Un signore che parla inglese ci informa che è "very very hard!!" mentre si asciuga il sudore
Sono appena le 10 del mattino ma fa già un gran caldo.
Superiamo alla grande la ripida salita di sabbia rossa che si presenta davanti a noi e arrivati sulla sommità rimaniamo stupiti di fronte alla bellezza nascosta oltre questa collina.
Tortuosi sentieri di terra rossa si insinuano tra gli aridi e bassi cespugli secchi, in lontananza si intravedono i lineamenti del canyon e le sue vallate, sopra un cielo terso e azzurro, rischiarato da un sole luminoso e implacabile.



















La camminata tra sassi, buche e polvere che si posa sui nostri piedi, dura all'incirca venti minuti, a rendere il tutto difficile il caldo e l'afa oltre al terreno sconesso, ma tutta questa fatica viene pienamente ricompensata dalla magnifica visione che si gode una volta arrivati.
Quì il fiume Colorado fa un ansa spettacolare a forma di U, avvolgendo sinuosamente la roccia rossa, le acque tranquille e immobili del fiume regalano un'atmosfera di pace e immobilità. Certo riuscire a vedere il fondo del canyon dall'alto dello strapiombo fa un tantino paura e riempie le membra di adrenalina, ma le calde tonalità delle rocce e il blu/verde intenso del Colorado attraggono l'occhio e ti catturano come una calamita che ti trascina verso il basso, veramente emozionante.
I ragazzi italiani incontrati questa mattina avevano ragione, perderlo sarebbe stato un vero peccato!!




 
 
Proseguiamo il nostro viaggio, con l'obiettivo di raggiungere l'Antelepe cayon, il famoso canyon sotterraneo, in cui la luce del sole filtra attraverso gli squarci della roccia rossa e forma fantastici giochi di luce e di ombre. Sfortunatamente durante la nostra programmazione del viaggio non ci siamo sufficientemente documentati, e non sapevamo che le visite per questo sito devono essere prenotate anticipatamente o tramite un'agenzia che organizza i tour a Page....quindi non abbiamo potuto far altro che vedere la coda di auto in attesa di entrare, le jeep dei navajo che portavano i turisti a fare il loro indimenticabile tour, e ce ne siamo andati via con la coda tra le gambe e il rammarico di aver perso un'occasione che forse non si ripresenterà più...peccato!!
Ci rimettiamo in strada, ci attendono più di 190 km da percorrere ed è già quasi mezzogiorno.
Superata la cittadina di Kayenta, percorriamo la Highway 163, che ci condurrà direttamente all'entrata del parco, e già il panorama cambia e ci abitua lentamente a quello che ci ritroveremo a guardare tra non molto.
Intorno a noi, tra i pascoli selvaggi e arsi dal sole spuntano come funghi i famosi mesas, le tipiche formazioni rocciose del western, le diritte e massicce guglie con la sommità piatta, alla cui base si sono accumutati detriti portati dal vento e dall'erosione.
 


 

Lungo la strada sono numerose le colorate bancarelle in cui gli indiani navajo espongono le loro creazioni, souvenir da vendere ai turisti, fa impressione il contrasto della antica tradizione indiana esposta umilmente e i grossi suv parcheggiati difronte, gli indiani di oggi non sono più i leggendari pellerossa di un tempo.
 

 
  
Poi finalmente sconfiniamo nello stato dello Utha, e solo quattro miglia ci separano dall'entrata al parco. 
 

 
Prima però sosta in una specie di autogrill lungo la strada, gestito da indiani locali, dove assieme a bibite ghiacciate e a taniche di benzina, vengono venduti anche fucili e pistole. Noi ci accontentiamo di un gelato e di un sacchetto di patatine che siamo costretti a dividere con dei magri e affamati cani che girano liberi e indisturbati dentro il negozio...roba da non crederci!
Arriviamo finalmente all'ingresso del parco e paghiamo il solito biglietto per l'entrata, altri 18,00 dollari ad auto.
Arrivare alla Monument Valley è come mettere piede in un immenso set cinematografico, e mentre percorriamo la polverosa strada che ci porta al Visitor Center,  ci aspettiamo di veder passare da un momento all'altro davanti ai nostri occhi qualche rube cow-boy o qualche fiero indiano, quì sono stati girati famosi film western come "Ombre rosse" e "Rio Bravo", che io ammetto di non aver mai visto, ma anche film più recenti come alcune scene di "Ritorno al futuro, parte III"  e di "Forrest Gump", e questi ammetto di essermeli goduti più di qualche volta.
Certo è che i maestosi monoliti rocciosi  dal color rosso-ocra, e le sterminate distese di sabbia del colore del sole non possono sicuramente lasciare indifferente la vista di qualsiasi regista, persino io che sono una profana della fotografia riesco a scattare qualche foto di notevole intensità, peccato solo per gli scuri nuvoloni sopra di noi che hanno un tantino oscurato il panorama.
 


 
 
Le alternative per visitare la Monument Valley sono due, o con un tour organizzato da guide navajo, che permettono di raggiungere posti che in alternativa sono vietati, o con il propio mezzo, auto o camper che sia, percorrendo la pista principale lunga 17 miglia (24 km), che parte dal Visitor Center e serpeggia lungo le selvagge formazioni geologiche.
Noi per ovvi motivi di tempo e di denaro, optiamo per la seconda, anche perchè così ci sarà concesso fermarci quando lo vorremo noi.
Saliamo sulle nostre auto e partiamo, seguendo la scia degli altri visitatori, rimanendo a debita distanta dall'auto che ci precede in modo di dar tempo alla terra sollevata di dispendersi e consentirci di vedere e di proseguire senza indugi.
Guidare sul fondo della Monument Valley è ovviamente un'esperienza unica e mozzafiato, le ruote dell'auto affondano nella sabbia rossa, e ci fanno leggermente sbandare, ma la lenta velocità, non è infatti consentito superare i 15 miglia orari, ci da modo di poter ammirare i maestosi butt, le formazioni più alte che larghe, e i più tozzi mesa, che invece sono le formazioni più larghe che alte.
Grazie alla cartina che ci è stata consegnata all'entrata del parco riusciamo ad identificare le varie formazioni, e a dare loro un nome anche se con difficoltà, a vederle sembrano tutte molto simili, eppure uniche, ci è facile riconoscere solo le Tre Sorelle, tre guglie alte e snelle.
 

 
Ci fermiamo per una sosta a uno dei tanti belvedere lungo il percorso, affollato di turisti intenti ad ammirare le bancarelle dei locali navajo, che popolano ancora questa valle, vivendo di allevamento di pecore e di turismo, oltre appunto alla vendita di prodotti artigianali come gioielli d'argento e coperte tessute a mano. Ancora oggi molti navajo vivono ancora come i loro antenati nei tipici hogan, costruzioni fatte di legno e di argilla e praticano i riti tramandati dagli stregoni.
Ovviamente noi donne non possiamo rimanere indifferenti alla bellezza dell'artigianità dei gioielli esposti, e acquistiamo braccialetti e collane come ricordo di questa splendida giornata.
 
 
 
Prima di lasciare questi luoghi selvaggi ed infuocati spero ancora di veder passare i famosi personaggi della Warner Bross, il furbo e veloce pennuto Road Runner, inseguito invano dallo sfortunato e alquanto imbranato Wile E. Coyote, inutile neanche loro si sono fatti avvistare!
 




 
Ripartiamo alla volta di Kayenta, trascorreremo quì la notte pronti a partire l'indomani.
Sulla strada del ritorno sono io alla guida, mentre Marco si riposa sonnecchiando un po' al mio fianco, davanti a noi un funesto e minaccioso temporale carico di lampi e di tuoni, che mi invoglia più a fare retromarcia che a proseguire.
Arriviamo dopo quaranta minuti di strada al nostro hotel l' Hampton Inn Kayenta, in perfetto stile pellerossa, con tanto di tappeti navajo e copricapo indiani appesi alle pareti. La hall è ampia e spaziosa, con un invitante salotto per gli ospiti con tanto di divani e scoppiettante camino acceso.
 
 
 
 
Le stanze spaziose e pulite con due comodi lettoni e un lindo bagno pronto ad attenderci, una bella doccia è quello che ci vuole per lavar via la terra rossa della Monument Valley!
Ci ritroviamo nella hall all'ora concordata, e visto il tempo infausto fuori non ci pensiamo due volte prima di prenotare un tavolo per dieci al ristorante dell'hotel. Quì mangiamo un ottima fajtas di pollo e di manzo, servita su pietra rovente assieme a tortillas calde e salse varie, il tutto rinfrescato da boccali di birra, per i ragazzi invece pizza.
Concludiamo la serata con un breve giro nello shop dell'hotel in cui vengono venduti ancora oggetti di artigianato locale e cartoline, io indosso il mio braccialetto acquistato oggi in una bancarella navajo alla Monument Valley, quindi niente shopping ma una buona tazza di the bollente e letto....